Il Castello di Caccamo: quell’effimero distacco tra storia e leggende.
21 aprile 2022 - Categorie: Travel Tips, I luoghi del cuore, Turismo culturale Tags:
Albert Einstein disse: “La cosa più bella che possiamo sperimentare è il mistero; è la fonte di ogni vera arte e di ogni vera scienza.” Il Castello di Caccamo rende più che giustizia a queste parole, ne è l’esemplificazione per eccellenza. Maestosa opera d'arte, il Castello si trova in provincia di Palermo nell’omonima cittadina da cui trae il nome, ed è una tra le mete più ambite del turismo nella Sicilia nord-occidentale sia su scala nazionale che internazionale.
Le prime notizie certe che lo riguardano risalgono al 1160 ed è proprio in questo momento che l'indissolubile legame tra storia e mistero viene consacrato. Il nobile, ed uno dei suoi primi proprietari, Matteo Bonello era l’acerrimo nemico del Re Guglielmo I detto “Il Malo” ed utilizzò il castello insieme ad i suoi alleati come rifugio dopo il fallimento della “congiura dei baroni”. Infatti, la notte dell’11 novembre 1160, Bonello e i suoi seguaci tesero una trappola al primo ministro del Re, uccidendolo, e tenendo in ostaggio Guglielmo I. Il popolo liberò il sovrano e Bonello dovette rifugiarsi per sfuggire all’ira del Re. Con un gioco di astuzia e inganno, Bonello fu invitato al cospetto di Guglielmo I con la pretesa del perdono ma fu invece incarcerato e torturato, morendo per inedia. Da quel momento, si narra che il fantasma di Matteo Bonello si aggiri per i saloni del Castello ed in particolare nel salone delle congiure. Durante le notti di plenilunio, a fare compagnia a Bonello è la protagonista di un’altra leggenda: una fanciulla, figlia di uno dei signori che abitò il castello, si era innamorata di un soldato ma il padre ordinò la monacazione forzata di lei e l’omicidio di lui; la ragazza morì nel convento per dolore poco dopo. La giovane potrebbe essere vista allo scoccare della mezzanotte vestita di bianco e con in mano una melagrana: la si deve mangiare tutta se si vuole tenere a bada la fanciulla. Visita guidata + snack organico: non ci sono più i fantasmi di una volta!
Tornando ai fatti storici, dopo Matteo Bonello, il Castello divenne proprietà della famiglia nobile dei Chiaramonte i quali lo ampliarono e fortificarono tra il 1302 e il 1392 dimodoché potesse così resistere agli attacchi degli aragonesi. Successivamente, Giacomo De Prades fece costruire alcune torri, scuderie, un salone per le udienze e uno per le armi. Nel 1400, Giovanni Alfonso Henriquez, Viceré di Sicilia, consegnò a Caccamo il suo stemma: una testa di cavallo con l’aggiunta delle tre gambe, il Triscele. Quasi tutto resistette al terremoto del 1923.
La Sicilia è ricca di borghi tra i più belli della scena del turismo italiano e uno di questi è sicuramente Caccamo con il suo “leggendario” Castello che sovrasta maestoso e silenzioso il borgo, affacciandosi sul fiume e donandovi una finestra sul mondo siciliano tra presente e passato che non vorreste mai chiudere: “l’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni” (Pablo Picasso).
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